Il memoriale dell'ultima cena

I Verbi del Cuore

Ri-cor-dare


Il senso vero del RI-CORDARSI e del RI-CORDARE sta tutto in quell'Ultima Cena, nel gesto del lavare i piedi, di spezzare il pane e di condividere il calice del vino. “Fate questo in memoria di me”: ha detto Gesù dopo aver benedetto pane e vino accompagnando il gesto con le parole della consacrazione.
RI-COR-DARE è ripetere, ricompiere, rifare un gesto del passato e  riviverlo nel presente. I discepoli non sono più bambini: hanno vissuto e condiviso con il Maestro tre anni di gioie e fatiche e la loro fede, seppur fragile, è cresciuta.
In quella sera Gesù sa che è giunto il momento di affidare a loro il futuro dell'annuncio del Regno di Dio.
Quell'Ultima Cena non è solo la vigilia della Pasqua, ma anche della nuova Pentecoste: segnerà il tempo dello Spirito, dell'annuncio, della responsabilità e della testimonianza.
Quell'Ultima Cena, quell'ultima sera è quella del racconto, del RI-COR-DARE, del custodire nel cuore affinché quei segni e quei gesti compiuti da Gesù contraddistinguano per sempre il loro essere cristiani.
Dovranno quindi RI-CORDARE di spezzare il pane e di lavare i piedi dei fratelli. Dovranno celebrare l'Eucaristia e viverla nella carità. Dovranno servire i fratelli e portare la loro vita nell'Eucaristia. Tutto questo sarà fatto nella memoria di Colui che ha dato la vita per loro. Questo i cristiani non dovranno mai dimenticarlo!
Nel banchetto pasquale si fa una triplice anamnesi (ricordo): del passato, relativa alla liberazione dalla schiavitù egiziana; del presente, per la liberazione in atto nel pasto sacramentale; del futuro, in relazione al giorno del Messia che verrà, espresso dalla preghiera che, nel banchetto pasquale, supplica Dio di «ricordarsi del Messia». 
Il memoriale è una specie di sovrapposizione di due tempi della storia, il presente e l’uscita dall’Egitto: l’avvenimento diventava presente. Nel ringraziare Dio di ciò che ha operato nel passato e reso attuale nel “sacramento”, lo si supplica di realizzare la salvezza definitiva. 
La dinamica del memoriale, presente nella liturgia del pasto pasquale giudaico, si applica dunque all’eucaristia: è il movimento che dalla fede in una liberazione già avvenuta e ora resa attuale nel “sacramento” suscita il ringraziamento e la supplica a Dio.
Così facendo, la chiesa chiede a Dio che quella salvezza «si compia per ogni uomo con la venuta di Cristo in lui, e che presto il Messia ritorni a completare gloriosamente per l’universo, nel regno, ciò che ha compiuto in sé, in maniera nascosta, nell’abbassamento dell’incarnazione»
 

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